Vampiro

Storia, credenze e tipologie

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    Blood Dominium

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    Di questa creatura ormai molto famosa, si hanno svariati tipi di notizie, cercherò col tempo di raccoglierne il maggior numero possibile, aiutata anche da voi :)



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    Origini del mito:
    Stando ai ritrovamenti archeologici, la paura che un morto potesse tornare a tormentare un vivo è antichissima. Ad esempio, in molte necropoli preistoriche sono stati rinvenuti resti con pietre piantate sul corpo.[senza fonte] Questa pratica è ancora oggi diffusa in alcune regioni a influsso Vodun per impedire al morto di tornare dall'aldilà.

    Il più antico testo vampirico di cui si è a conoscenza è una tavoletta babilonese conservata al British Museum su cui è incisa una formula magica che serve a proteggere dai demoni succhia sangue, gli etimmé.

    Risalendo la storia dei popoli troviamo, nella tradizione ebraica antica, l'aluka cioè il "succhiasangue". Quest'essere assale i viandanti che si sono persi nel deserto e ne beve il sangue. Non a caso, tra i precetti della Torah, c'è anche il divieto di bere il sangue, veicolo dell'essenza vitale degli esseri viventi.

    La stessa figura biblica di Lilith, che riprende il demone assiro lilitu, era un demone di genere succubus (la versione femminile degli incubus, demoni dalla forma spettrale piuttosto che corporea). Prima e malvagia moglie di Adamo, Lilith è ritenuta nella tradizione ebraica la madre di tutti i vampiri: come tutte le succubi, è golosa di seme umano e per questo entra di notte nel letto degli uomini per prosciugarli della loro forza vitale. Da Lilith discendono anche le lilin, che succhiano il sangue dei bambini. Secondo la tradizione, se un bambino sorride nel sonno durante la notte del sabato ebraico, si dice che sta giocando con Lilith: per salvarlo, gli si strofina il naso per tre volte e si dice la frase augurale: Adamo, Eva, fuori Lilith!. Foglietti con questa stessa frase augurale vengono appesi nella stanza e nella casa delle partorienti.

    Anche greci e romani avevano una loro mitologia vampirica, perlopiù rappresentata da vampiri di sesso femminile, che si unisce con una certa tradizione sciamanica europea. La lamia, ad esempio, regina dei succubi, è una sorta di strega, che a volte appare in forma di bella fanciulla, a volte come vecchia donna, a volte anche con sembianze animali, preferibilmente un serpente con la testa di donna. Nella Roma antica si aggiunge anche la strix, diretta antenata delle strie italiane e degli strigoi rumeni. Questo essere dalla forma d'uccello rapace assetato di sangue, che beveva con un lungo e affilato becco, viene così descritta da Ovidio:

    Si dice che strazino i fanciulli ancora lattanti
    e pieno di sangue tracannato abbiano il gozzo
    Hanno nome di strigi: causa del nome
    è che sogliono di notte orribilmente stridere


    Altra letale fanciulla era l'empusa, che per una particolare malia, appare come una splendida fanciulla, quando in realtà nasconde mostruose e ripugnanti fattezze: ha un piede di bronzo ed uno di sterco d'asina.

    Infine ricordiamo le mormos, vampire un po' più gradevoli, al servizio di Ecate, dea della notte, della magia nera e protettrice delle streghe.

    Altri Documenti
    Il Vampiro nel tempo
    Tipologie di Vampiri

    Fonti Storiche di Epidemie:
    Si parte dal 1672 in Istria con il vampiro Giure Grando di Coriddigo, quindi in Grecia (1701), Prussia Orientale (1710 e 1721), Ungheria (1725-30), Serbia (1725-32), Slesia (1755), Valacchia (1756), Russia (1772) e via discorrendo. In ognuno di questi casi, gli inquisitori produssero una vasta e dettagliata documentazione, in cui venivano descritte esumazioni di cadaveri, che presentavano crescita di capelli e unghie dopo la morte, colorito acceso e che emettevano urla strazianti e inumane una volta che veniva tagliata loro la testa e infilato un paletto nel cuore, il tutto rilasciando dalle ferite così inferte fiotti di sangue fresco (per chiunque abbia una minima base di tanatologia sarà facile riconoscere i classici segni della decomposizione, infatti la crescita di capelli, unghie e denti è dovuta al ritiro dei tessuti, così come il fluido rosso, erroneamente scambiato per sangue, non è nient'altro che un classico prodotto provocato dalla decomposizione degli organi interni, per quanto riguarda la temperatura elevata dei liquidi putrescenti invece, si deve sapere che durante il processo post-mortem di "digestione batterica" viene prodotto calore).

    Molte furono le personalità che si occuparono di vampiri, ottenendo, a buon diritto, il titolo di vampirologi (Dom Augustin Calmet, Collin De Plancy, Montague Summers), ma la summa sull'argomento è un'opera di oltre 900 pagine redatta dall'abate Augustin Calmet, Dissertation sur les Apparitions des anges, des démons e des esprits et sur les revenants et vampires de Hongrie.

    Calmet raccolse nel suo tomo tutte le testimonianze e le leggende sui vampiri (denominati revenants, spettri che ritornano), cercando anche di dare spiegazioni razionali ai fenomeni: morti apparenti, differenti gradi di decomposizione, e altre ancora. La spiegazione che però l'abate proponeva più spesso era quella soprannaturale: i vampiri erano, infatti, considerati da Calmet dei veri e propri demoni, che conservavano dopo la morte una vera esistenza. Essi erano in grado di uscire dalle tombe attraverso dei fori praticati sulla bara, probabilmente smaterializzandosi e rimaterializzandosi, e quindi andavano tra i vivi in caccia del sangue necessario per proseguire la loro immonda esistenza.

    A questa maledizione ci si poteva opporre solo con la Magia Postuma, dal titolo di un trattato del 1706 di Ferdinand De Schertz: come già descritto, consisteva nel mutilare ed aggredire il cadavere del sospetto vampiro tramite la decapitazione e la distruzione del suo cuore. Questa pratica imperversò un po' in tutta Europa e solo nel 1755 si ebbe un freno grazie a Maria Teresa d'Asburgo (arciduchessa regnante d'Austria, regina di Ungheria, Boemia, Croazia, Slavonia, e imperatrice consorte del Sacro Romano Impero) che con una legge imperiale ne impedì l'applicazione nei territori da lei retti: già questo semplice divieto fece terminare le epidemie di vampirismo.

    I vampiri, però, continuarono ad essere oggetto dell'attenzione del popolo: nel 1816, ad esempio, Prosper Mérimée, l'autore di Carmen, fu testimone di un caso di vampirismo in Serbia, assistendo all'esumazione e alla distruzione del cadavere, mentre nel 1909, in Transilvania, venne dato alle fiamme il castello di un altro vampiro.

    Le epidemie inglesi
    Particolare del frontespizio di Varney the Vampire, or the Feast of Blood, una storia gotica pubblicata a Londra nel 1847. È uno dei primi romanzi inglesi ad avere come tema il vampirismo.Come detto già nel Regno Unito del XII secolo si iniziavano ad avere resoconti di casi di vampirismo. In questi primi resoconti ci si riferisce alla creatura (generalmente un morto ritornato alla vita) come ad una sanguisuga. Un esempio sono i numerosi casi che si riscontrano a Newburg, tutti riportati da tal Guglielmo di Newburg. Ad esempio, un uomo, seppellito alla vigilia dell'ascensione, a partire dalla notte successiva e per tre notti di seguito si presenta alla moglie e le si getta addosso, lasciandola praticamente senza fiato. La moglie, però, la terza notte si fa trovare preparata e si organizza con un gruppo di amici, la cui presenza spinge il morto a fuggire urlante. Nelle notti successive il povero morto inizia a spaventare gli abitanti del villaggio, anche in pieno giorno: a quel punto gli abitanti chiedono consiglio alle autorità religiose, che propongono una soluzione:

    I teologi raccomandano al vescovo di far bruciare il corpo, ma questo metodo sembra al prelato "del tutto indesiderabile e sconveniente". Preferisce scrivere di suo pugno un decreto di assoluzione per il morto. Aperta la tomba, il corpo è trovato incorrotto "precisamente com’era il giorno della sepoltura", e da quel momento gli incidenti cessano completamente.
    Molte altre di queste apparizioni si verificano un po' in tutta l'Inghilterra e non risparmiano nessuno: basta semplicemente morire senza essere stati confessati, come un altro eminente cittadino di Newburg che, caduto dal tetto della sua casa mentre cercava le prove del tradimento della moglie, continuerà a terrorizzare, dopo morto, i cittadini. Il suo corpo si dice sia stato ritrovato in parte gonfio e decomposto, con il viso florido. Quando questi venne colpito, ne fuoriuscì una gran quantità di sangue caldo, a dimostrazione del fatto che il morto si era nutrito del sangue succhiato da molte vittime. Il corpo venne, quindi, portato fuori dalle mura del paese per essere bruciato.

    L'attacco al villaggio serbo di Medvedja
    Dicono le cronache che nel 1731 il villaggio di Medveđa (Medvedja), in Serbia, venne attaccato dai vampiri, provocando la morte di parecchie persone. Venne inviato a compiere le indagini l'ufficiale medico Johannes Fluchinger, che redasse un dettagliato resoconto. Quelli che seguono sono dei semplici estratti, tratti dal servizio in terza di copertina del numero 6 di Dampyr:

    Ho condotto l'indagine con la consulenza di altri due ufficiali medici, in presenza del capitano della locale compagnia di hajduk (fanteria serba) e degli hajduci più anziani del villaggio. I quali mi hanno riferito ciò che segue: cinque anni fa un hajduk locale, Arnold Pavle, si ruppe il collo cadendo da un carro. Lo stesso Pavle, in vita, aveva detto di essere stato morso da un vampiro, presso Gossowa nella Turchia serba. Per liberarsi dall'influsso maligno, aveva mangiato terra presa dalla tomba del presunto vampiro. Tuttavia, una ventina di giorni dopo la sua morte, alcune persone dissero che Pavle era tornato a tormentarle ed, in effetti, quattro di loro morirono. I paesani disseppellirono Pavle quaranta giorni dopo la sepoltura e trovarono il suo corpo intatto. Sangue fresco era colato da occhi, orecchie, bocca; camicia, sudario e bara erano pieni di sangue; le unghie delle mani e dei piedi erano ricresciute. Da ciò si dedusse che Arnold Pavle era un vampiro e, secondo l'usanza, gli fu piantato un paletto nel cuore. In quello stesso istante, egli emise un forte gemito e un fiotto di sangue schizzò fuori dal suo corpo. Indi, il cadavere fu arso e ridotto in cenere. Così si dispose anche dei quattro uccisi da Pavle. (...)
    Quindici giorni fa una ragazza di nome Stanacka si svegliò a mezzanotte gridando di essere stata aggredita da un certo Miloje, che era stato sepolto nove settimane prima. (...)
    Il 12 dicembre del 1731 gli abitanti di Medvedja si recarono al locale cimitero per riesumare le salme e distruggere tutti i presunti vampiri presenti. Con sommo orrore dell'ufficiale, si constatò che molti corpi erano in buono stato di conservazione:

    Le teste dei vampiri furono fatte tagliare da degli zingari di passaggio e poi bruciate con i corpi. Le ceneri furono gettate nel fiume Morava.
    Questi brani, che sembrano tratti da un racconto del terrore, provengono in realtà da un resoconto di un ufficiale dell'Impero Austro-Ungarico. In realtà, probabilmente è quasi tutto vero, e si può interpretare così:

    1. Il fatto che i corpi siano quasi intatti dipende probabilmente dal clima e dalla temperatura che sono diversi di paese in paese. Probabilmente nella zona dove è avvenuto il fatto la temperatura è abbastanza bassa, è ciò ha impedito ai batteri decompositori di consumare il corpo.
    2. Il sangue trovato sul corpo e nella bara proviene dal cadavere. Il sangue al suo interno è fuoriuscito quando la pelle, dopo la morte, si è ritirata, facendo uscire la sostanza ematica dalle aperture presenti (bocca, naso, occhi, orecchie).
    3. L'urlo che il cadavere ha lanciato quando è stato trafitto è in realtà, il rumore dei gas provenienti dalla decomposizione del corpo che sono fuoriusciti con forza quando è stato trafitto, facendolo rizzare in piedi e facendo schizzare il sangue fuori.
    4. Certe persone sono affette da rare malattie genetiche e cromosomiche che li rendono sensibili alla luce (fotofobia), pallidissimi di carnagione e allergici all'aglio. È probabile che da qui sia nato il mito del vampiro.
    Si può quindi ben osservare come molte delle situazioni e delle atmosfere della letteratura vampirica non sono delle esclusive invenzioni degli autori, ma spesso dei semplici adattamenti delle oscure atmosfere che si respiravano negli sperduti villaggi dell'Europa Orientale.



    CITAZIONE
    Oggi si sente parlare spesso di vampiri, la fiction, la letteratura, gli stessi media ci bombardano con storie di “revenants” più o meno attuali che affondano le loro radici in antiche paure dell’uomo, remoti tabù che ancora oggi ritroviamo nel folklore popolare.
    Prima di definire i “vampiri” dobbiamo soffermarci su quell’antico retaggio culturale che ancora fa capolino tra le nostre vite la Necrofobia (da necros morte e phovos paura).
    Da sempre l’uomo ha avuto timore dei propri trapassati, come testimoniano antichi detti popolari come il famoso “i morti portano morte”, nascono così tutta una serie di rituali, da cui poi trae origine quello funebre, che aveva proprio lo scopo di relegare i morti nell’aldilà e di ucciderli una seconda volta. La necrofobia non è del tutto inspiegabile, nel passato infatti molti erano i casi di morti “misteriose” legate a qualche malattia non ancora conosciuta che poi, dopo la prima vittima si diffondeva tra i vivi e così il collegamento al morto come “revenant”, l’untore, non era del tutto ingiustificato.
    In realtà dovremmo distinguere la necrofobia rituale, cioè legata proprio a credenze sull’aldilà e sul defunto da una necrofobia successiva diciamo altomedioevale, che, comunque appoggiandosi ad antiche credenze era legata a malattie o epidemie che poi hanno fatto nascere il mito del vampiro o Nosferatu , il “non morto” come oggi lo conosciamo.
    La stessa possibilità del vampiro di trasformarsi in animali quali topi o pipistrelli è successiva, mai ipotizzata dal razionale uomo primitivo, e proprio legata al fatto che questi animali avevano la caratteristica di diffondere le epidemie e così il morso di un topo portava al contagio e alla sua associazione con la creatura misteriosa. Le malattie infettive e le strane morti diventano così attributi del nuovo “vampiro” , tubercolosi con perdite di sangue dalla bocca, rabbia, fotofobia, morti apparenti, disturbi mentali, bronchiti e polmoniti diventano le nuove caratteristiche dei non morti, creando un netto distacco con le tradizioni antiche.
    Un esempio è la protoporphyria crythropoietica, malattia che colpisce i globuli rossi rendendo i soggetti affetti impossibilitati ad esposizioni solari, e non del tutto rara durante il medioevo soprattutto in area slava a causa di dai matrimoni consanguinei tra i nobili locali e forse per questo motivo, proprio perchè fortemente “colpiti” da questi strani eventi, questi paesi han conservato una memoria vampiresca più sviluppata che in altri luoghi. Lo stesso termine “vampiro” è relativamente recente e di origine slava, legato alla radice “pi” cioè stregone e al verbo “wempti” che significa bere.
    La paura della luce diventerà caratteristica predominante del “vampiro letterario” chiamato poi Dracula (da Dracul e cioè stregone in Rumeno) personaggio ispirato allo storico Vlad Tapes, principe della Valacchia forse associato al “revenant” a causa dei suoi severissimi metodi di governo. In realtà Vlad fu un grande paladino della Cristianità contro l’incombente pericolo turco che riuscì a sconfiggere anche disponendo di un esercito notevolmente inferiore, utilizzando una vera e propria arma psicologica. La storia narra che quando i turchi arrivarono alla capitale del regno, Targoviste, trovarono circa 8.000 pali ove erano stati infissi altrettanti prigionieri. L’impatto fu così inaspettato e tremendo che decisero subito di ritirarsi.
    Lasciando alle spalle il Medioevo e tornando molto indietro nel tempo uno dei motivi per i quali si diventava vampiri era la violazione di un tabù, infatti violando alcuni precetti della religione locale il credente entra in una vorticosa spirale di causa-effetto che per lui diventa dannosa se non addirittura mortale.
    J.Frazer, nel suo famosissimo libro, “il Ramo D’oro”, descrive una serie infinità di tabù, ad esempio tra le tribù africane si crede che se durante la caccia una moglie sia infedele il marito verrà morso da un serpente e morirà, nasce così l’idea del “non morto”, l’uomo che torna dopo la morte per vendicare il tabù violato. Seguendo la stessa idea le donne morte durante il parto, i bambini defunti ancora in fasce essendo stati strappati con forza alla vita vogliono portare i loro parenti con loro nell’aldilà. Il rito funebre nasce proprio per questo, esso è visto all’inizio con lo scopo di rompere drasticamente il legame tra il defunto e le vita sulla terra ed impedire un ritorno in “vita” dell’estinto.
    Una della tante credenze è quella legata alla nutrizione del morto, infatti si credeva che anche nell’aldilà il defunto dovesse nutrirsi e se non avesse trovato agevolmente cibo sarebbe ritornato sulla terra alla ricerca dello stesso.
    Proprio per questo motivo spesso le tombe venivano provviste di cibi reali o simbolici come raffigurazioni o semplice vasellame o ancora grano e cereali. Nell’antica Grecia troviamo molte tradizioni che riferiscono di banchetti tenuti sulla tomba del morto in modo da “alimentare” e “nutrire” il cadavere, pratiche di cui troviamo ancora traccia nel 1700 nel “de masticatione mortuorum in tumulis” di M.Raufft o in altre strane tradizioni ancora presenti come l’usanza nel caso di recenti lutti in famiglia, di occupare tutti i posti a sedere durante feste o banchetti, in modo che il morto non potesse trovare posto per la sua presenza, oppure di offrire un pranzo o la cena ai convenuti al funerale del defunto, o ancora le tradizioni che ritroviamo in molti paesi del sud Italia e in particolare di Lucania ,Puglia o Calabria ove si usa porre sul davanzale delle case, nel giorno dei morti.
    Un’altra strana credenza legata sempre all’alimentazione del defunto è quella che essi si cibassero di carne umana e da questa al sangue il passo diventa breve.
    “non ti nutrirai del sangue perche’ il sangue e vita: e tu non devi mangiare la vita insieme alla carne” Deuteronomio XII-23
    “soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue .Del sangue vostro, anzi, ossia della vostra vita,io domanderò conto” Genesi IX-4
    Altra interessante usanza per impedire ad un morto di resuscitare era quella di deporlo a faccia in giù nella tomba con un gran masso su di esso. In questo senso sono state fatte interessantissime ricerche dalla Dott. Anastasia Tsaliki1 che si occupa proprio di sepolture “fuori dal comune”, come quelle ritrovate a Cipro e datate circa 7000-2500 a.C. ove i cadaveri sono stati ritrovati in piccole tombe deposti in posizione contratta schiacciati da lastroni di pietra o ancora alcune volte decapitati, in modo da impedire in ogni modo il ritorno alla vita.
    Sepolture simili le abbiamo ritrovate anche in Italia, a Trani, in località “Capo Colonna” databili IX-VIII sec. a.C.
    Sono state ritrovate due sepolture, nella prima era deposto un individuo in posizione inginocchiata schiacciato da un enorme masso posto alle sue spalle, mentre nella seconda tomba molto più grande, son stati trovati tre defunti anch’essi schiacciati con più massi.
    Da questo tipo di tradizioni potremmo quasi avanzare una ipotesi curiosa, forse le lapidi che oggi si usa porre al di sopra delle tombe potrebbero essere un antico retaggio culturale proveniente proprio da queste usanze, da antichi timori dell’uomo mai veramente sopiti.
    Numerose comunque erano le tecniche usate per evitare la venuta dei revenants, molto spesso i cadaveri venivano deposti con mani e piedi legati, i cui segni poi sono facilmente interpretabili da analisi in laboratorio sulle loro ossa, altra interessante tecnica era quella di “inchiodare” il morto, e così a Chalkidiki, in Grecia, è stato trovato un cadavere con un cuneo bronzeo in fronte o ancora da scavi effettuati nel castello di Lamia, e’ stato rinvenuto un scheletro inchiodato da tre elementi in ferro. Il ritrovamento farebbe sorgere anche delle strane interrogazioni sull’etimologia del paese, infatti i “Lamia” (poi tra i romani chiamate Empuse) erano antichi vampiri, per lo più raffigurati come donne e immaginate metà umani e una metà animali.
    Altro interessante rituale era poi la frattura delle dita delle mani o l’estrazione di un dente effettuata sul corpo del cadavere. Questo tipo di riti venivano spesso utilizzati nelle iniziazioni ove bisognava realizzare una finta morte in modo che poi l’iniziando potesse risorgere a nuova vita: illuminato. Ebbene, queste tecniche per realizzare una morte simbolica venivano utilizzate anche per generare una ulteriore morte nel defunto, a Trani ad esempio sono stati ritrovati i cadaveri senza l’incisivo, il che appunto farebbe pensare proprio a un rituale come quello precedentemente descritto, una credenza non ancora del tutto dimenticata dato che, nel folklore popolare sognare la caduta di un dente significa perdita di una persona viva e dunque un presagio di morte, una morte simbolica che affonda le sue radici in antichi timori che accompagnano l’uomo fin dai primordi.

    1 Bioarchaeologist, Dept. of Archaeology, Science Site, South Road, University of Durham, Durham DH1 3LE - UK.

    Pareri Diversi

    Secondo alcune tradizioni e leggende il vampirismo avrebbe origine da un patto con il diavolo, patto stipulato dal primo vampiro per ottenere la vittoria sulla morte.
    Dal momento che ogni patto con il demonio comporta un alto prezzo, quello imposto per tale immortalità era il dovere la propria esistenza al sangue umano quindi all'uccisione.
    Il vampiro quindi diveniva a tutti gli effetti uno strumento del diavolo e come tale "punibile" dalla Santa Inquisizione.
    Secondo la storia nel 1431 l'Imperatore Sigismondo donò a Vlad II (padre di Dracula), per l'investitura al Sacro Ordine del Drago, un'organizzazione semi-monastica, fondata dallo stesso Sigismondo con la moglie Barbara von Chilli nel dicembre 1418, una collana ed un medaglione d’oro riportante l'incisione di un drago, assegnandogli il compito di difesa della cristianità del Sacro Romano Impero dalle continue minacce degli ottomani.
    Già in questo la gente semplice vide l’inizio di una alleanza col diavolo.

    Secondo molta della letteratura e soprattutto della filmografia relativa ai vampiri, essi creano un loro discendente ogni qual volta si nutrono.
    Ogni persona morsa da un vampiro diventa a sua volta un vampiro.
    Questo parzialmente smentito da alcune varianti cioè che ogni vittima di un vampiro diventa si un essere non-morto che necessita di sangue ma non un vero e proprio vampiro, insomma più uno zombie.
    Un essere privo di intelligenza.
    Secondo altre scuole di pensiero, soltanto coloro che muoiono dal morso del vampiro diventano a loro volta vampiri.
    Per generare un vero vampiro il vampiro deve "abbracciare" l'aspirante vampiro che deve essere consenziente.
    La teoria del contagio vampirico effettivamente sarebbe abbastanza incredibile perchè la crescita esponenziale dei vampiri creatisi da ogni vittima sarebbe enorme.

    Secondo alcuni scrittori, ed anche leggende, il vampiro sceglie con accuratezza il proprio compagno/compagna con il quale dividere la sua eternità.
    Questa cernita comportava un notevole studio da parte del vampiro dell'indole, carattere, abitudini ed affinità dell'umano scelto come nuovo possibile vampiro.
    Una volta che questa scelta era stata valutata a fondo il vampiro "abbracciava" l'umano per farlo divenire un vampiro come lui. Anche in questo caso la leggenda fa correttamente i conti con l'ipotesi della non-morte del vampiro, quindi suggerisce un modus operandi ben diverso da quello della riproduzione umana o animale.
    Il procedimento iniziava con il vampiro che suggeva, quasi per intero, il sangue dell'umano, fino a quasi farlo morire dissanguato.
    Quindi si recideva una vena e permetteva all'umano di bere il suo sangue.
    Questo procedimento uccideva l'umano e la potenza del sangue del vampiro gli donava la non-morte.
    In pratica abbiamo un nuovo vampiro che pare quasi essere, almeno inizialmente, un vero e proprio schiavo del suo "creatore", se non altro per la non-vita di cui gli ha fatto dono.
    Una "seguace" di questa teoria nei suoi libri è la famosa Anne Rice i cui vampiri effettuano proprio questo tipo di rituale.

    Divinità Ematofaghe

    Nel vampiro che conosciamo tutti si condensano alcune caratteristiche comuni ai peggiori mostri che hanno spaventato l’uomo sin dalla preistoria e che sono reperibili in ambito religioso prevalentemente fra le divinità maligne; queste caratteristiche sono l’ematofagia, la capacità di trasformarsi in animale e le apparizioni notturne soprattutto durante il sonno delle vittime.
    Il prezioso liquido rosso, sinonimo di vita ma anche segnalatore di morte, ha impregnato tutte le culture in qualsiasi parte del mondo assumendo connotati magico medicamentosi e diventando, molto spesso il protagonista di complicate cosmogonie.
    La mitologia atzeca parla della nascita del sole come un atto di coraggio compiuto dal dio Nanauatzin che si gettò nel fuoco per illuminare e scaldare il mondo, però questo nobile scopo doveva essere premiato dalla garanzia di un pasto sicuro che consisteva nel sangue e nel cuore degli uomini; altrimenti il sole si sarebbe spento e sarebbe stata la morte per tutti. Anche gli altri dei chiedevano questo tipo di tributo quindi l’uomo era loro debitore di una parte del suo sangue e provvedeva al saldo dello stesso infliggendosi incisioni nel corpo, attraverso le guerre, senza contare i famosissimi sacrifici umani i cui resoconti scandalizzarono l’Europa ai tempi delle grandi scoperte geografiche.
    Si trattava di divinità dal significato ambivalente, esigenti più che altro, che proteggevano e contemporaneamente minacciavano il popolo col loro potere distruttivo.
    La colonizzazione e la conseguente opera di cristianizzazione delle civiltà precolombiane certo portarono un bel cambiamento: immaginate questi sacerdoti che spiegano loro prima che bene e male non possono compenetrarsi in un’unica entità, e poi che non è Dio che deve avere il sangue e la carne umana, ma è l’uomo che deve cibarsi del dio a cadenza quantomeno settimanale!

    Anche i resoconti di chi aveva esplorato i paesi orientali non sono certo privi d’agghiaccianti testimonianze sul comportamento da tenersi nei confronti del sangue (nei Veda è scritto che l’uomo nacque dal sangue di un essere primigenio chiamato Parusa) e soprattutto delle preferenze gastronomiche delle loro divinità a cominciare dalla Dea indù Kalì che oltre ad avere quattro braccia aveva anche i denti particolarmente acuminati, anch’essa creatrice e sostenitrice della vita ma allo stesso tempo divoratrice cannibalesca dei propri figli; la dea Kalì è spesso mostrata con un vaso pieno di cibo e con un mestolo dorato (e talvolta mentre dispensa latte dal suo seno) ma, allo stesso tempo, è cinta di teschi umani e nell’atto di brandire, con una delle sue braccia, una scimitarra. È anche rappresentata, talvolta, come una megera che divora i visceri delle sue vittime e succhia loro il sangue con una lingua animalesca.
    Nell’area Tibetana i culti pre-buddhisti annoverano nella sfera sotterranea alcuni demoni vampiri che hanno una predilezione per il sangue dei neonati.
    Dal sangue del gigante Ymir dei celti ha avuto origine il mare e non mancano, nemmeno presso queste popolazioni morti che ritornano ad infastidire i viventi chiedendo tributi soprattutto nelle notti tempestose d’inverno (basti pensare alla festa di Halloween, che proprio dai miti celtici ha avuto origine).
    Il demone egizio Apopi, sebbene sia divoratore di cadaveri ha in comune coi nostri vampiri la totale avversione nei confronti della luce solare, infatti viene respinto usando il nome del dio Ra.
    Un mito babilonese del III sec. a.C. vede l’origine degli uomini nel mescolamento del sangue del dio Bel (il dio del Sole) mescolato con la terra. Ed è proprio in Mesopotamia che possiamo cominciare a parlare di vampiri in senso stretto, infatti, proprio i sumeri elaboreranno una demonologia che, influenzando gli Assiri e i Babilonesi e contaminando l’ebraismo, lascerà tracce anche nel cristianesimo.
    Si comincerà a parlare di uomini che si svegliano nottetempo in preda ad un senso di oppressione sul torace e col membro in erezione, si sentiranno svuotati d’ogni energia e vedranno una misteriosa donna dai lunghi capelli che li avvinghia al suo corpo.


    Lilitu, lilu e l’ardat-lili sono tre demoni femminili originariamente associati al vento e alle tempeste che sono poi diventati l’incarnazione del piacere infecondo della lussuria, in particolare l’ardat-lili definita come vergine priva di latte, incapace di generare prole e quindi non in grado di soddisfare gli uomini che induce alla lussuria. Questi demoni notturni/femminili erano esorcizzati con le preghiere rivolte a Marduk, una divinità solare/maschile sorta dalle acque per illuminare il mondo.
    Da questo momento il principio maschile sarà inscindibilmente legato al sole e quello femminile legato alla luna e alla ciclicità delle sue fasi fino all’ultima, quella di luna nera che racchiude i significati più nefasti, infatti, anche Ishtar è una divinità babilonese associata alla luna e alla sessualità ma le polluzioni effettuate nei suoi templi erano un preciso dovere religioso e non certo sfrenate manifestazioni orgiastiche, lo prova il fatto che Ishtar, a differenza di Ardat lili divenne madre/amante di Tammuz identificato come spirito del grano.

    Della Lilith abbiamo tracce anche nelle scritture ebraiche e nella Genesi dell’antico Testamento, qui compare come la prima moglie di Adamo che rifiutando di sottomettersi al maschio durante la copula viene ripudiata dal paradiso terrestre e si rifugia nei pressi del Mar rosso, nella Geenna, dove si accoppia con le schiere demoniache e in particolare con Belial generando centinaia di lilim al giorno. Dio mandò tre angeli per convincerla a tornare dallo sposo ma lei rifiutò, allora fu punita con la morte di parte della sua prole e con la creazione di Eva. Lilith, però, decide di vendicarsi infierendo sui figli di Eva e volando di notte alla ricerca di neonati da strangolare e di seme maschile (comprendendo in un’unica entità anche la figura del demone mesopotamico Lamatsu che causava aborti e rapiva i bambini).
    Questa infecondità del vampiro al femminile, la conseguente predilezione per l’infanzia come vittima da cui suggere il sangue e la grande seduttività compare nelle pagine dei migliori romanzi del genere, basti pensa re a Lucy una volta vampirizzata da Dracula.
    Con l’affermarsi della civiltà greca e romana compaiono altre due figure mitologiche con caratteristiche vampiriche, abilmente ripescate nella letteratura neoclassica e romantica da autori come Keats e Goethe.
    La parte oscura della Luna, presso i Greci, viene impersonata da Ecate, una divinità tricefala ctonia identificata come protettrice delle streghe che compariva nottetempo col suo seguito di morti e di fedeli ancelle, e proprio queste ultime sono legate al vampirismo.
    Le Empuse (coloro che si introducono a forza, stando al significato letterale) sono state descritte, per quanto riguarda il loro aspetto fisico, in svariati modi, testa e torace umano, capelli come serpi attorcigliate e sibilanti; le discordie compaiono quando si passa alla parte inferiore del corpo dove abbiamo natiche equine (precisamente d’asina per indicarne la lussuria, di cui l’animale è simbolo), una gamba di bronzo e una d’asina e un piede che termina ad artiglio d’aquila (alcune versioni le conferiscono una gamba di sterco d’asina). La si incontra nei crocicchi avvolta in una vescica sanguignolenta e accompagnata da cani, non si può resistere al suo sorriso, aggredisce le mogli e i figli per avere i mariti. L’unico sistema per cacciarla è inveire e insultarla, al che fugge emettendo urla disumane (simili a qulle di alcuni uccelli notturni). L’empusa può cambiare anche aspetto, da fanciulla bellissima a cagna o vacca, ma soltanto quando c’è la luna la metamorfosi in bella fanciulla ha l’esito migliore. Succhiano le forze vitali agli uomini schiacciandosi contro al loro corpo e dopo li costringono all’amplesso.
    Gli autori classici che hanno lasciato tracce nei loro scritti di queste entità vampire sono principalmente Aristofane (le Rane) e Filostrato.
    Un’altra creatura vampirica nata nel mondo classico è Lamia, la leggenda vuole che si trattasse delle bellissima figlia di Belo, re di Libia (già nel nome Belo non è difficile trovare una connessione col Belial di Lilith), che fu amata da Zeus scatenando la gelosia di Era che le uccise tutti i figli ad eccezione di Scilla. Lamia si arrabbiò a tal punto che il suo volto divenne una maschera terribile e cominciò a rapire i bambini per poi mangiarli (aprendo il ventre di Lamia era possibile estrarre le creature divorate ancora vive), i suoi occhi sono carichi di un odio cui non si può restare indifferenti; e dalla bocca esce una lingua lunghissima che danza fra i denti appuntiti. Anche Lamia poteva trasformarsi per succhiare il sangue dagli uomini dopo averli sedotti.
    Lamia compare anche nella mitologia romana più spesso usata come spauracchio per le madri distratte e per i bambini disobbedienti, ma mantengono la caratteristica di demoni lascivi e di vampiri e anche adesso possiamo leggere di loro nelle fiabe dove hanno l’aspetto di regine terribili che chiedono il cuore delle figliastre buone, ingenue e infelici.
    C’è chi le associa, assieme alle sirene, ai demoni di mezzogiorno considerando la facilità con cui in quelle ore si cade preda ad allucinazioni.
    La civiltà Romana annovera anche una creatura chiamata STRIGE, anch’essa insaziabile succhiatrice di sangue di neonato che emetteva urla acutissime durante la notte e poteva trasformarsi in uccello rapace notturno, Ovidio segnala che potevano essere tenute lontane dalle case delle puerpere invocando una dea benefica di nome Cardea (I Fasti, libro sesto).
    Con l’avvento del cristianesimo come religione ufficiale, che farà cadere nel dimenticatoio questi culti pagani, si smetterà di parlare di queste creature per poi ricominciare nel medioevo nel periodo della caccia alle streghe, importante segnalare la faccenda della maga Circe cui il prode Ulisse ha resistito grazie all’aiuto di Hermes che gli ha fatto ingerire una pianta che appartiene alla specie degli agli: pianta che cresceva proprio quando la luna era al suo ultimo quarto, diventando un potente talismano contro Ecate e le sue seguaci.
    Secondo alcuni studiosi la mitologia del vampirismo al femminile è testimone del maschilismo delle società arcaiche nei confronti della donna, in particolare nei confronti del ciclo mestruale, anch’esso collegato al ciclo lunare e carico di un mistero che diventa accettabile soltanto quando questo sangue impuro si trasforma in latte attraverso l’unione col liquido seminale maschile e secreto attraverso le mammelle (attenzione però in Germania esiste una tipologia di vampiri - gli Alp - che si nutrono solo di latte sia di donna sia di vacca prosciugando letteralmente le ghiandole dispensatrici).
    L’uomo è attratto dalla donna e, contemporaneamente la teme per la doppiezza che caratterizza l’imago femminile che può rivelarsi sì languida, ricettiva e disponibile fino alla morte, ma anche divoratrice d’uomini, d’altra parte l’archetipo della vagina dentata non fa solo parte delle canzoni da osteria.

    Davvero Esistenti?

    Il termine RV (Real Vampire) o HLV (Human Living Vampire) indica una categoria di esseri umani e mortali, che presentano tutti una caratteristica comune: il bisogno di energia. Questa viene generalmente acquisita sotto forma di sangue (sanguinari) o di energia psichica (psi vampires). Il cosiddetto "vampiro" è una persona che avverte la necessità di assumere dagli altri, e che avverte malessere quando questo non è possibile. Questo bisogno, che si manifesta in forme differenti a seconda dei casi e dei singoli individui (alcuni avvertono disagio psicologico, altri invece manifestano sintomi fisici) prende il nome di "Sete". Ogni singolo vampiro è differente, con delle peculiarità proprie. È tuttavia possibile elencare, al di là della Sete, alcune delle caratteristiche più comuni ai real vampires: prima fra tutte è l'avversione per la luce solare. Spesso infatti un RV riporta scottature o irritazioni a seguito dell'esposizione al sole, e in alcuni casi avverte anche emicrania, nausea, vertigini. La parte generalmente più sensibile alla luce di un HLV sono gli occhi, che possono lacrimare, risultare arrossati, irritati o addirittura gonfi in presenza di troppo sole. Un vampiro è in genere molto più attivo durante le ore di buio: molti RV sono iper-attivi durante la notte, e non avvertono stanchezza e sonno, che invece sono molto forti durante il giorno. Un'altro punto comune a molti vampiri è uno sviluppo al di sopra della media di uno o più sensi: molti RV, ad esempio, possono vedere nettamente meglio di un individuo medio, soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione; altri hanno un udito particolarmente sensibile, e riescono a percepire suoni a frequenze che la maggior parte delle persone non avverte o non distingue. Dal punto di vista psicologico, infine, molti vampiri presentano un carattere instabile, con frequenti sbalzi d'umore che li portano ad alternare momenti di profonda depressione ad altri di accesa allegria e vitalità. Le caratteristiche elencate sono solo alcune di quelle presentate dai differenti RV, in particolare le più diffuse e comuni; ciò che rende un vampiro tale, tuttavia, è la Sete: se un individuo non avverte necessità di nutrirsi, di sangue oppure energia, non può essere considerato un "vampiro".



    E oltre agli HLV i vampiri "non morti" esistono davvero? questo è un grande mistero, come molti, che forse nessuno dovrà mai risolvere....forse ci sono cose che è meglio non sapere, comunque, come dicevo all'inizio, se qualcuno ha informazioni in più, posti pure e arricchisca!

    Fonti:

    Edited by †Vampyr_Empress† - 27/12/2010, 01:39
     
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  2. Yrael
     
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    La storia delle malattie l'avevo sentita anche io.
    Ma, essendo interessata all'argomento ho continuato a cercare.
    Le leggende sui Vampiri esostono stranamente in tutte le culture.
    Mi sono sorpresa molto di trovarle persino in quella indiana.
    Le mi fonti sono tante notti passate a leggere libri.
    Cmq sia io avevo letto che il nome di Dracula, non fosse tanto per il significato, ma più che altro il genitivo (chi è slavo come me lo capisce per via della lingua,come chi pure ha studiato il latino) del nome del padre, Draco (che significava Drago).
    Dracula=Figlio Di Draco=Figlio Del Drago -> Da qui il medaglione con il Drago inciso.
     
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    si esatto ho letto questo su un libro dedicato a lui!
    e si, i vampiri sono presenti in tutte le culture e in tutte le epoche
     
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    mi sn ricordato che i nquesto fforum cerò gia stato xD cmq q8 Yrael anche io ero rimasto stupitò che in ogni cultura antiche ce un mito sui vampiri.creature notturne e malvage ,morti che camminano tra i vivi .

    Edited by †Vampyr_Empress† - 27/12/2010, 01:27
     
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    uh XD allora è finalmente ritornato un utente scomparso XD
     
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  6. DarKn£§$
     
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    già lol cmq tornando in discussione cerchiamo per favore di nn confrontare i vampiri "veri" con quelli di twilight che a parere mio e solo un eufemismo . e come dire che i tokio hotel sn bravi rokkettari -.-
     
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    quoto -.-
     
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  8. DarKn£§$
     
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    xk conosco tanta gente che dice che sn bei vampiri certo ogniuno hqa la sua opinione ma io rimango dell impotesi che nn siano vampiri quelli nn credevo che alla luce diventassero dei diamantini
     
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    bè su queste cose ogniuno NON può avere la sua opinione! prima di aprire la bocca dovrebbero studiare un pò U_U
     
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  10. DarKn£§$
     
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    q8 intendevo dire che l'autrice a scelto di dare fantasia al culto dei vampiri cosa che trovo oscee oserei dire una bestemmia xD
     
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  11. DarKn£§$
     
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    CITAZIONE (†Vampyr_Empress† @ 14/9/2009, 23:12)
    ORIGINI DEL MITO:
    che presentavano crescita di capelli e unghie dopo la morte

    i capelli e le unghie contniuano a crescere dopo la morte il cervello tiene anche una piccola carica eletricca gli inquisitori erano degli imbecilli ignoranti -.-
     
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    CITAZIONE (DarKn£§$ @ 16/9/2009, 22:46)
    CITAZIONE (†Vampyr_Empress† @ 14/9/2009, 23:12)
    ORIGINI DEL MITO:
    che presentavano crescita di capelli e unghie dopo la morte

    i capelli e le unghie contniuano a crescere dopo la morte il cervello tiene anche una piccola carica eletricca gli inquisitori erano degli imbecilli ignoranti -.-

    infatti lo spiega dopo!

    però bisogna vedere anche dopo quanto tempo ;)
     
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  13. DarKn£§$
     
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    già nn avevo letto xD
     
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    ho appena trovato questo interessante articolo sui vampiri: perchè cercavo informazioni sull'altra teoria per la quale Giuda fosse stato il primo vampiro, perchè dio, dopo che lui ha tradito gesù, l'ha condannato a "camminare per sempre sulla terra".
    cmq leggete ^^

    CITAZIONE
    Il vampiro nel tempo

    Il vampiro è sempre esistito ovunque in origine era rappresentato come un'entità non incarnata, identificata con la paura per l'invisibile per una minaccia potenziale per lo sconosciuto e per l'informe. Egli stesso era rappresentato come polimorfo ed è stato spesso confuso con il goule o i licantropi. Poco importa egli si trova in tutte le culture dalla più primitiva alla più moderna: egli è il Ladro di Vite.

    La Grecia ci ha lasciato le sue leggende sui bevitori di vita e di sangue, così come l'impero romano, gli assiri, gli egiziani, i galli... ovunque spiriti dei e demoni hanno fatto parte dell'umana quotidianità ciò nonostante il vampiro non si confonde nell'antichità con altre forze sconosciute con le quali l'uomo si è confrontato. Egli è sempre stato identificato con la paura ignota che può prenderti in ogni momento dal buio, dall'ombra. Ma per ritrovarne le tracce nella storia dobbiamo risalire a quei sacrifici sanguinosi dedicati a creature soprannaturali che possiamo identificare come fuggite alla morte ovvero non-morte; ed ai racconti che hanno contribuito a filtrarne l'esistenza attraverso il mito e la superstizione. Ma ciò che il vampiro è in grado di fare è già contenuto in quell'atavica paura: lo si teme e si elaborano sin dall'inizio riti funerari destinati a placare la morte per impedirne il ritorno. A tal proposito sono molteplici i rituali e le offerte agli dei sanguinari in tutta l'antichità (Lilith, Baal, ecc.).

    Un vampiro è un non morto, quindi come si può uccidere un vampiro se è già morto? Dalle leggende ci vengono trasmessi alcuni metodi efficaci e altri assolutamente assurdi. cercherò di analizzarli con studi fatti da alcuni scrittori e filosofi.

    Partiamo col dire che il vampirismo è una malattia. Molto comune nei secoli scorsi, la comune anemia, o il sangue blu. Ecco svelato il mistero su perchè i vampiri sono sempre aristocratici o uomini nobili. In antichità tra le famiglie nobili come tutti ben sanno vi erano matrimoni d'interesse che avvenivano nel 99% dei casi tra ragazzi di nobili natali. A lungo andare questa pratica è diventata molto dannosa, in quanto non vi è mescolanza di sangue, i geni risultano essere sempre gli stessi, e peggio se i matrimoni avvenivano tra parenti. Soprattutto tra cugini molto stretti. Uno studio abbastanza recente condotto su popolazioni isolate ha evidenziato questa malattia genetica che non porta una concavità nei globuli rossi con la conseguente perdita di superficie concava in grado di catturare ossigeno molecolare. Si è anche visto che i globuli rossi avevano una vita molto più breve rispetto a quelli di individui sani. Questa malattia oggi è chiamata comunemente anemia mediterranea. Da questo il detto di sangue blu che dipinge un individuo nobile, da questo la credenza che i vampiri bevano il sangue. Da questo studio si può evincere che il sangue bevuto non serve assolutamente al vampiro, in quanto non entra in circolo, ma viene assorbito solo dall'apparato digerente. Quindi per essere utilizzato questo sangue dovrebbe entrare sotto forma di iniezione direttamente nel circolo sanguigno. Come le comuni trasfusioni di sangue, che come ben sappiamo devono essere fatte solo tra individui che hanno gruppi sanguigni uguali.

    Una bellissima ipotesi è stata fatta dal famoso scrittore statunitense Richard Matheson, nel suo popolarissimo libro "Io sono leggenda". Anche secondo lui il vampirismo è una malattia, ma ben più fantasiosa della attuale teoria. Per i fans di King, o per coloro che sono interessati all'argomento, consiglio di acquistarlo, il libro è piacevolissimo. E poi è diventato anche famoso grazie al film "28 giorni dopo", (consiglio di guardare anche il film, molto affascinate e angoscioso allo stesso tempo).

    Bene, ora passiamo ad una stupida credenza, quella secondo cui i vampiri odino l'aglio o ne siano allergici. Beh questa divertente credenza (che oggi è molto diffusa tra la gente), ha origini popolari, in quanto la gente incolta, formata per lo più da contadini, credeva di poter fermare i vampiri con i mezzi a loro disposizione, con erbe facili da trovare nei loro raccolti. In principio, in alcuni testi, si può persino trovare la cipolla al posto dell'aglio, ma ciò non c'entra nulla, in quanto gli estratti naturali, o essenze primarie dell'aglio causano al massimo nausea e conati di vomito, ma anche nella gente comune, non solo nei vampiri.

    Altra credenza è che i vampiri non possano specchiarsi. Beh questa credenza ha un'origine filosofica, in quanto i vampiri essendo dannati dal Signore non hanno un'anima, poiché è un demone. Per qualche strana ragione, che non è mai stata chiara, è lunga tradizione riportata, che un'anima possa riflettersi nello specchio. Quindi il Vampiro che non ha anima, non si riflette. Ho sempre trovato questo divertente, soprattutto rispetto alla concezione cattolica che gli animali non possiedano un'anima. S'accorda con la vecchia tradizione della Chiesa Apostolica Romana, che Dio abbia concesso l'anima solo agli essere umani. Si ritiene che gli animali non possiedano un'anima, proprio come si crede che non l'abbiano i vampiri. I Vampiri non hanno l'anima poiché sono malvagi, gli animali non hanno un'anima poiché non sono umani. Ciononostante gli animali si riflettono negli specchi... interessante, non è vero?

    Un'altra credenza filosofica è che i vampiri siano soggetti a non attraversare l'acqua corrente, ma possono benissimo passare su pozze d'acqua stagnante, questo poichè l'acqua corrente nel medioevo era sinonimo dello scorrere della vita, l'acqua corrente è vita, è ricambio di cose, è un pantarei.

    Una doppia spiegazione possiamo avere per quanto riguarda la teoria della luce solare, forse anche più di due spiegazioni.

    La prima, quella più semplicistica, è dovuta al fatto che la figura del vampiro vada di pari passo con la figura del pipistrello, del predatore notturno per antonomasia. Il vampiro quindi deve cacciare solo di notte.

    La seconda spiegazione potrebbe essere scientifica, in quanto esiste una malattia chiamata porfiria : malattia congenita che si manifesta nell'infanzia e permane anche nell'età adulta, con eruzioni cutanee bollose sulle regioni esposte alla luce del sole ed è spesso associata a varie lesioni distrofiche. Grazie ad alcuni studi moderni però essa non può essere associata alla ben nota anemia poiché col sangue non c'entra nulla. È stato scoperto, infatti, che è dovuta ad un'alterazione nel metabolismo dei derivati pirrolici e producono delle tossine chiamate porfirine.

    L'altra spiegazione invece è di stampo filosofico/religioso. Infatti, fin dall'antichità col mito greco della caverna, Dio era rappresentato dal sole, per gli antichi egizi tutto girava intorno al sole ed il sole era simbolo del dio supremo Amon-Rah. Poi con la religiosità forse troppo semplicistica del medioevo, il sole rappresentava anche la resurrezione e, poiché i vampiri dannati da Dio non hanno trovato pace nella morte, hanno paura del sole e preferiscono girare di notte. Già, ma perché sono dannati da Dio? Ci sono svariate ipotesi. La prima dice che il primo vampiro sia Caino, ipotesi riconosciuta da tutti gli amanti del genere. Caino per i suoi atti criminosi nei confronti del fratello è stato bandito da Dio e per questo deve girare per l'eternità in uno stadio tra la vita e la morte, in uno stato di non-vita.

    Un'altra ipotesi (molto bella) è che il primo vampiro sia stato Giuda Iscariota, che per aver tradito Gesù è stato condannato anche lui. Vi consiglio il film "Dracula's legacy" regia di Patrick Lussier. Ed è per questa ipotesi che si sono aperte tante spiegazioni del tipo:
    solo un paletto di frassino o di biancospino può uccidere i vampiri, poiché era il materiale usato per la croce dove venne crocifisso Gesù
    i vampiri possono essere uccisi dall'argento, poiché Giuda fu corrotto appunto da denari d'argento.
    l'unico modo per uccidere un vampiro è con l'impiccagione, poiché questa era la pena all'epoca di Ponzio Pilato per i traditori e per le spie, e non dimentichiamoci la fine che giuda iscariota ha avuto dopo la morte di cristo, l'impiccagione appunto.

    Vorrei ancora farvi riflettere sull'ipotesi religiosa. Teniamo ben presente che la figura del vampiro acquista il suo massimo apogeo durante il medioevo, dove la gente aveva bisogno della fede, di credere in qualcosa, e dove l'unica religione riconosciuta era quella cristiana. Quindi, per questo, i vampiri hanno paura della croce, poiché è il simbolo cristiano per eccellenza, poiché è simbolo di sofferenza.

    Ma oggi? Se ci trovassimo di fronte ad un vampiro ateo, buddista o musulmano, avrebbe paura della croce? Di Dio? Ecco che si fanno avanti numerose ipotesi, ed ecco che si manifesta l'inutilità delle armi bianche e della spada, poiché la spada che intendiamo di solito è quella che è stata creata nelle crociate, la lama che con l'impugnatura ha la forma di una croce. L'unico modo di uccidere un vampiro è tagliargli la testa con diversi tipi di armi: il gladio romano, la scimitarra islamica e la katana poiché queste armi non hanno alcunchè di religioso.

    In film quali Blade I e Blade II possiamo ammirare, infatti, il "diurno" che utilizza una katana e non una spada tradizionale. Il materiale di cui è fatta non è solo semplice acciaio ma anche una speciale lega di titanio (non si sa in che misura, poiché i maestri di spada giapponesi l'hanno sempre tenuto nascosto all'occidente). Prima avevo accennato al fatto che bisogna tagliargli la testa, infatti nella testa rimangono gli ultimi tessuti ancora vivi dopo la morte, la minuscola quantità di elettricità contenuta nella guaina dei neuroni, manterrebbe ancora in vita piccole zone del cervello, quelle zone adibite alle funzioni vitali!!!! Il cuore c'entra poco. È solo una inesattezza. Un'altra cosa fondamentale.

    Secondo alcune teorie è solo un Dampyr che può uccidere un vampiro. Un Dampyr è un essere partorito da una donna mortale incinta morsa da un vampiro, oppure un figlio tra un vampiro ed una madre mortale (almeno cosi vuole la leggenda). Il Dampyr ha molte caratteristiche del vampiro, in quanto ne ha la stessa forza e agilità. Riesce ad individuare i vampiri dall'odore, e riesce a sopportare la luce del sole e quella ultravioletta. Come avete potuto leggere da queste osservazioni, non mie personali ma che ho imparato da libri e saggi, il vampiro è un esser sfortunato, molto malato e delicato. Non è assolutamente un essere forte e saggio che addenta i colli delle fanciulle. Un vampiro, per i nostri antenati, era un malato di porfiria o di anemia, era un diverso e come ben si sa l'uomo ha sempre avuto paura di tutto quello che era strano, che non poteva capire e in ogni epoca ha sempre tentato di distruggerlo.

    Oggi, che queste disfunzioni o misteri ci sono stati svelati dalla medicina, non si dovrebbe più temere dei vampiri... e sottolineo non si dovrebbe

    fonte: Urbs Deorum
     
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  15. bloodbeatrix
     
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    prendetemi per pazza ma io sono fermamente convinta della loro esistenza.tutti danno la colpa alla porfiria ma non si è mai visto che un a malattia infetti per millenni (perchè di vampiri già si parlava nella preistoria)e nessuno si chieda oh ma forse questi sono malati. poi ci sta sempre quel patto che la chiesa stipulò con i vampiri...se questo patto c'è li sta la prova della loro esistenza.la bibbia ne parla,ogni cultura ne parla o è un isteria di massa vecchia quanto le pitture rupestri o è realtà,una verità che ci viene nescosta.secondo voi?
     
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28 replies since 4/3/2009, 15:13   914 views
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